Pescara, centinaia di prodotti falsi in vendita sul lungomare. «Nemmeno un vigile in 4 ore»


La denuncia di Armando Foschi

PESCARA. Anno nuovo, vecchie polemiche per il mercatino etnico abusivo che nei giorni scorsi si è riversato sul marciapiede lato mare della riviera nord, completamente occupato nel tratto compreso tra piazza Primo Maggio e via Balilla.
Quasi una cinquantina di ambulanti abusivi, ciascuno a guardia della propria mercanzia regolarmente contraffatta stesa a terra, dinanzi ai potenziali clienti di passaggio.
«Non c’era neanche l’ombra di un vigile urbano a contrastare il commercio», denuncia Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, che nella mattina del primo gennaio, allertato dai cittadini, ha fotografato la scena.
«E’ un’autentica vergogna per l’amministrazione comunale che, mentre pubblicizza presunti interventi di tutela del territorio con una presunta ‘squadra speciale’ di agenti, dall’altra consente che si perpetri una situazione di scandalosa illegalità senza muovere un dito», denuncia Foschi.  
La passeggiata della riviera nord è stata sostituita da tappeti stesi a terra con sopra borse ‘Prada’ e ‘Gucci’, ovviamente taroccate, e giacconi di marca contraffatta.
«Era letteralmente impossibile fare due passi sul marciapiede lato mare, quello prospiciente la spiaggia e gli stabilimenti balneari», contesta incredulo Foschi, «ben protetti dalle barriere antiterrorismo sistemate dal Comune di Pescara, teoricamente per proteggere la città da potenziali attacchi dell’Isis, gli ambulanti, oltra una cinquantina, tutti extracomunitari, in prevalenza di nazionalità senegalese o nigeriana, con alcune presenze indiane, hanno praticamente preso possesso, in pieno giorno, approfittando della giornata di sole, di tutto il marciapiede, in tutta la sua lunghezza, nel tratto compreso tra piazza Primo Maggio e lo stabilimento balneare Trieste».
Una concentrazione straordinaria: a ridosso delle aiuole c’erano le bancarelle improvvisate a terra, una distesa impressionante, e di fronte, accampati sul muretto che delimita l’arenile, c’erano i proprietari delle singole bancarelle, ciascuno a fare la guardia alla propria merce o ad avvicinarsi al potenziale cliente non appena qualcuno manifestava un interesse per la giacca, la borsa o il portafogli lasciati a terra, per far misurare o valutare meglio il capo e contrattare il prezzo.
E tutto questo è avvenuto alla luce del sole, senza alcun timore di essere sorpresi nel commercio abusivo o di vedersi sequestrare la merce stessa.
«Niente di niente», attacca Foschi, «quegli ambulanti abusivi extracomunitari erano assolutamente padroni della situazione e si sentivano perfettamente legittimati nella propria attività. E in effetti, durante le quattro ore di osservazione, sul posto non abbiamo visto una sola pattuglia degli agenti di Polizia municipale di Pescara, non una macchina di servizio in transito, non un vigile di controllo sul territorio, neanche i componenti della famosa squadra dell’A-team messa in piedi dall’assessore Teodoro e che, teoricamente, non svolge altre funzioni se non il contrasto al degrado e, appunto, all’abusivismo sul territorio, agenti quindi che sicuramente non hanno dovuto svolgere straordinari per il Capodanno e che avrebbero potuto benissimo effettuare il servizio sulla riviera nord».
A questo punto Foschi non comprende quale sia la necessità di convocare ulteriormente le sedute straordinarie del Consiglio comunale per il ripristino del mercatino abusivo degli extracomunitari nel tunnel della stazione centrale di Pescara, dopo averlo smantellato dalle aree di risulta.

«Di fatto il mercatino già c’è e si è conquistato indisturbato un posto di grande eccellenza, visibilità e commerciabilità, la riviera nord, senza che il sindaco Alessandrini dica una parola», continua Foschi.
« fa nulla se quel mercatino rappresenta un’offesa per la dignità della città oltre che uno schiaffo per le centinaia di commercianti regolari, ambulanti e non, della città che per lavorare devono chiedere e ottenere permessi, attendere i tempi della burocrazia, e soprattutto pagare le tasse».
Foschi annuncia che segnalerà il caso al prefetto  al quale chiederà «se ritenga o meno accettabile tale abusivismo tollerato e, in caso negativo, di esercitare la propria Autorità e autorevolezza per ripristinare il rispetto delle regole elementari del vivere sociale».
Già la scorsa estate Foschi insieme a Carola Profeta erano stati impegnati in vere e proprie passeggiate di verifica filmando la distesa di bancarelle e pubblicando i video su Facebook per dimostrare  che il problema è reale.
Profeta raccontò anche di aver chiamato i vigili che alla fine chiesero a lei i documenti per il riconoscimento. Nel frattempo i venditori abusivi si erano dileguati. 


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